L’azienda nasce ufficialmente nel 2002-03, quando mia madre decide di riprendere in mano la masseria di famiglia di fine 1700-primi 1800 che rischiava di essere ceduta dopo essere stata data in affitto ad un mezzadro.
Seguendo le preziose indicazioni dei nonni, pianta nuovamente il vigneto accanto alla masseria, la varietà scelta è rigorosamente Primitivo di Gioia del Colle, varietà autoctona per eccellenza.
Si sceglie il terreno, la modalità di impianto, la distanza tra le piante (che, testuali parole, “devono avere spazio vitale per respirare e non stare addossate le une alle altre”, con la finalità di massimizzare l’investimento) e via dicendo. Dopo la vigna, segue la piantumazione di una serie di alberi da frutto e ornamentali tipici del territorio (ulivi, melograni, peschi, fichi, giuggioli, mandorli, ciliegi, amarene, ma anche allori, corbezzoli, carrubo, oleandri), con lo scopo di ripristinare lentamente la struttura restituendole la bellezza che la caratterizzava.
Nonostante fossi alle prese con gli studi universitari in Medicina e Chirurgia, condivisi l’idea di mia madre di far rivivere questa struttura, della quale avevo ricordi meravigliosi, avendo trascorsi i mesi estivi in compagnia dei nonni, dalla fine della scuola alla vendemmia, che rappresentava per me un momento di gioia e di dispiacere (alla gioia della vendemmia faceva da contraltare la consapevolezza che, da lì a poco, sarebbe ricominciata la scuola).
I ricordi dei fichi secchi con le mandorle, il vin cotto di fichi cucinato a fuoco lento nel caminetto nel pentolone di rame, la passata di pomodoro fatta coi pomodori “datterini di Polignano” coltivati nel nostro orticello, i pomodori “San Marzano” messi a seccare sul tetto della masseria sulle sporte di vimini intrecciato, le cicerchie, il purè di fave, i sivoni e le cicorie (erbe eduli tipiche di questa zona) sono riemersi dalla memoria e sono diventati nuovamente una realtà gastronomica quotidiana o legata a periodi particolari dell’anno (come i mostaccioli e le fiorentine, dolci invernali tradizionali, e come le cartellate, dolci tipici natalizi).
La filosofia aziendale è improntata sul rispetto dell’ambiente, del territorio e delle tecniche colturali tradizionali. Tutta l’azienda ed i suoi prodotti sono certificati biologici, e non abbiamo mai fatto uso di sostanze chimiche, fitofarmaci, pesticidi.
Cenni storici e geografici sul territorio (informazioni sintetiche): Gioia del Colle (usualmente Gioia, Sciòje in dialetto, è un comune in provincia di Bari con circa 28.000 abitanti, a circa 400 metri s.l.m. che, come si può evincere dal nome, sorge in una zona collinare denominata Murgia. L'attuale abitato di Gioia del Colle nasce intorno ad un castello del circuito federiciano di origini bizantine.
Il suo nome deriva da Joha, riduzione del cognome Joannakis, famiglia bizantina presente in questi luoghi in età medioevale, ma sull'origine del toponimo ci sono molte opinioni e perfino leggende.
Una delle più famose è quella secondo cui la principessa Bianca Lancia, prima di essere rinchiusa da Federico, avrebbe perso tutti i suoi gioielli nel castello per poi non ritrovarli mai più: ciò attraverso un collegamento tra il nome Gioia del Colle le presunte gioie sparse in giro per il colle. In questo castello fu rinchiusa Bianca Lancia durante la gravidanza di Manfredi di Sicilia perché sospettata di aver tradito Federico II. Sulla parete di una cella (nella quale molto probabilmente è stata rinchiusa la principessa) sono, infatti, scolpite delle forme che secondo la leggenda dovrebbero rappresentare i seni che Bianca Lancia si tagliò per il dolore di una tale umiliazione. Dopo aver partorito inviò su un piatto d'argento a Federico il presunto figlio illegittimo insieme ai suoi seni. Secondo altri questa è solo una leggenda.
Il territorio gioiese è stato sempre interessato da un'importante produzione vinicola, che nei secoli scorsi ha trovato mercato soprattutto in nord Italia ed in Francia, e casearia, con la famosa mozzarella presente su tutto il territorio nazionale.
Condizioni ambientali del posto e dell’area di produzione (eventuali rischi ambientali): la zona in cui sorge l’azienda è collinare e molto esposta ai venti, quindi non abbiamo mai avuto problemi di muffe o allagamenti. A parte il vigneto coltivato “ad alberello”, che è in un terreno a 5 km dalla masseria, tutta l’azienda è nello stesso sito ed è certificata biologica.
Non ci sono rischi ambientali, visto che non ci sono né discariche né industrie nelle vicinanze.
I miei principi e idealità di produttore: I miei principi di lealtà ed onestà ricalcano quelli dei miei genitori e dei miei nonni, che ho avuto la fortuna di conoscere e che mi hanno trasmesso l’amore per la terra ed insegnato a fare le cose con passione. Faccio quello che dico e dico quello che faccio, nella vita, come nel lavoro.
La mia opinione sull'utilizzo di OGM: Parlare brevemente di un argomento che meriterebbe da solo una trattazione molto lunga ed elaborata, è cosa piuttosto difficile.
Diciamo che, avendo una forma mentis improntata sull’approccio scientifico, sono solito affrontare le questioni valutando i dati di fatto, più che l’emotività scaturita dal momento o dal vox populi.
Le mutate condizioni climatiche, originate anche dall’inquinamento umano, l’aumento della popolazione mondiale, la desertificazione e l’abbandono di una serie di aree rurali, la ricerca del benessere a tutti i costi, la necessità di sfamare e di trattare con rispetto tutte le popolazioni, portano a fare delle riflessioni più generali sull’approccio rispetto alla terra.
E’ fuori da ogni dubbio che in maniera più o meno naturale, una serie di vegetali ed animali, si siano incrociati tra loro, dando origine a specie nuove (vedi il mulo o i mapo, o tanta uva apirenica), ma è altrettanto evidente che l’intervento umano in queste modifiche fosse da sempre inteso a migliorare le caratteristiche fenologiche della pianta selezionata.
Dal punto di vista scientifico, è evidente che si possa puntare alla selezione di colture che possano attagliarsi meglio ai vari territori, ma è altrettanto evidente che alle spalle di queste ricerche ci sia purtroppo la ricerca di un profitto che va a scapito della gente e dei produttori, perché tende ad appiattire, ad annullare il rispetto per le biodiversità, le stagionalità, le tradizioni e la cultura.
Sono quindi contrario all’uso indiscriminato di OGM di ogni sorta, alla mancanza di apposite specifiche indicazioni sui prodotti che ne contengono anche in tracce, ma per non apparire quanto meno senza che prima non ci siano ricerche, anche trasversali e non allineate, che concordino sulla loro validità e non alternino l’ecosistema in cui vanno ad inserirsi. Riporto una parte di un articolo che condivido appieno: “Non è certo una novità che in questi anni, per sostenere l’opportunità dell’introduzione nella produzione e nel consumo alimentare di colture e prodotti OGM e per mascherare i guasti e i rischi per la salute provocati dalla grande distribuzione agroalimentare, oltreché dall’evidente peggioramento della qualità del cibo in vendita, si sia più volte costruito campagne disinformative nei confronti del biologico e delle produzioni naturali. In fondo, di scienziati compiacenti agli interessi delle multinazionali, in questo caso delle lobbie agroalimentari, è costellato il mondo scientifico mondiale. E, quindi, via con studi atti a dimostrare l’inattendibilità della migliore qualità del cibo biologico rispetto a quello frutto della ricerca OGM o da produzione intensiva. E via con le informazioni sulla impossibilità di convertire la produzione agricola a questi sistemi pena un peggioramento delle condizioni alimentari delle popolazioni più povere e un impoverimento delle scorte per l’alimentazione di tutte le popolazioni del pianeta...e quant’altro ancora”.
Nome produttore/azienda e ragione sociale: Tenuta Patruno Perniola - Azienda Agricola Paolo Patruno
Indirizzo: Via Vicinale Marzagaglia, 2603 – 70023 Gioia del Colle (BA)
Telefono: 338/3940830
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Sito internet: www.tenutapatrunoperniola.it
Proprietario: Paolo Patruno e Isabella Perniola
Possibilità di visitare l'azienda: si, tutti i giorni, previo appuntamento.
Eventuali strutture ricettive (tipologia e n° posti): una parte della masseria è diventata un agriturismo e masseria didattica. Sono disponibili 5 appartamenti autonomi, con un minimo di 2 fino ad un massimo di 5 posti letto per un totale di 13-14 ospiti.
Oltre alla ricezione, abbiamo la possibilità di ospitare a pranzo fino a 50 persone. I pasti da noi cucinati sono prevalentemente a base dei prodotti della nostra terra e seguono le stagionalità.
Eventuali prodotti acquistabili in azienda: vino Primitivo di Gioia del Colle e Verdeca in bottiglia, olio da cultivar Coratina e Cima di Melfi, miele millefiori.
Descrizione del nucleo famigliare e loro coinvolgimento nelle attività agricole (descrizione sintetica): L’azienda agricola è a gestione rigorosamente familiare. La proprietà è in parte di mia madre, in parte di mio zio ed in parte mia. La gestione è tutta a mio carico, con l’importante aiuto di mia madre e della mia compagna.
Superficie coltivata totale (ettari): circa 40 ettari (7,5 ettari di vigneto, circa 2,5 ettari di uliveto, circa 30 ettari di seminativo e di altre colture/alberi).
Superficie coltivata a vigneto: 7,5 ettari circa.
Altre colture (quali): Disponiamo di un piccolo frutteto con diverse cultivar locali (ciliegie, mandorle, amarene, fichi, nespole, albicocche), piccolo orto con verdure stagionali, entrambi per necessità familiari ed aziendali. Non vendiamo nulla.
Proprietà dei terreni (se una parte in affitto, specificarne l'estensione): Tanto la masseria, quanto il vigneto, il frutteto e l’orto, sono di proprietà di mia madre, l’uliveto ed i seminativi sono di proprietà di mio zio ed io sono proprietario di alcuni seminativi. Ho in affitto la parte della proprietà di cui non sono proprietario.
Enologo o responsabile di cantina (se consulente, specificarlo): il nostro consulente enologico è il Dott. Benedetto Lorusso mentre tutto il lavoro in cantina è gestito da me.
Agronomo o responsabile conduzione agricola (se consulente, specificarlo): gestisco da solo la conduzione agricola, sebbene non sia un agronomo.
Lavoratori fissi (indicare il numero): nessuno
Lavoratori stagionali (indicare il numero): in azienda, quando è necessario, l’aiuto mi viene fornito quasi esclusivamente parenti (zii, cugini, fratello) o da operai stagionali in funzione del periodo e delle necessità.
Tipologia di contratto di lavoro utilizzata per i lavoratori fissi: nessuno
Tipologia di contratto di lavoro utilizzata per i lavoratori stagionali: assunzione secondo le normative vigenti in campo agricolo.
Ricorso a lavoro interinale (si o no, frequenza): nessuno
Vini prodotti (Denominazione e cru o nome di fantasia):
DOC Gioia del Colle, tipo di vino: Primitivo di Gioia del Colle, nome: “Marzagaglia”
DOC Gioia del Colle, Riserva, tipo di vino: Primitivo di Gioia del Colle, nome: “1821, Riserva”
IGT Puglia, tipo di vino: Verdeca, nome: “Striale”
IGT Puglia, tipo di vino: Rosato da Primitivo, nome: “Ghirigori”
IGT Puglia, tipo di vino: Primitivo, nome “Lenos”
Numero totale di bottiglie prodotte (mediamente): circa 18.000 in totale. Non produciamo le stesse etichette tutti gli anni, né lo stesso quantitativo, ma ci regoliamo in funzione dell’annata. Se l’annata non è propizia per una certa tipologia di vino, non lo produciamo e vendiamo direttamente l’uva.
Vendita diretta (specificare se in azienda, mercati, fiere, e la percentuale): si, e ci stiamo attrezzando per un piccolo punto vendita.
Vendita nella media e/o grande distribuzione (specificare la percentuale e in quali catene, per esempio Coop, Eataly, ecc.): nessuna
Totale vendite ultimo anno (solo vino, fatturato e vendita diretta): circa 7.000 bottiglie
I VINI
Gioia del Colle DOC Primitivo Marzagaglia
Annata: 2022
La viticoltura
Suolo: terreno argilloso calcareo con uno scheletro calcareo importante, ricco di sostanze minerali, tanto da meritare il nome “Terre rosse”
Esposizione dei filari: i filari sono disposti in direzione sud-nord ed esposti ad est ed ovest.
Altitudine: circa 400 metri s.l.m.
Vitigno: Primitivo di Gioia del Colle
Forma di allevamento: controspalliera pugliese
Età media delle viti: circa 10 anni
Densità d’impianto (ceppi/ha): circa 4500 ceppi per ettaro
Produzione per ceppo (kg/pianta): circa 1,1 kg
Produzione per ettaro (q/ha): 45-50 quintali per ettaro
Trattamenti (tipologia e frequenza): rame e zolfo
Fertilizzanti (tipologia e frequenza): in seguito agli esami del terreno, se necessario, usiamo come fertilizzante solo letame vaccino da allevamenti vaccini in cui le mucche vengono lasciate libere al pascolo, alternato a semina di favino, trifoglio, cece e avena con sovescio o fresatura
Data inizio vendemmia: tradizionalmente dopo il 15 Settembre
Modalità di vendemmia (indicare se manuale o meccanica, e se manuale indicare se in cassetta, in cassone, in rimorchio): raccolta manuale in cassette da 20 e 50 kg, forate ai lati e senza pigiatura per evitare ogni tipo di ammostamento. Le uve vengono trasportate in cantina entro 15 minuti dalla raccolta
Utilizzo di uve acquistate da terzi (se sì, in che percentuale): no, vinifichiamo solo le nostre uve
Certificazioni (biologica, biodinamica, altro): biologico certificato
L’enologia
Modalità di diraspatura e pigiatura: pigiodiraspatura
Modalità di pressatura: tradizionale, manuale con torchio da 5 quintali con gabbia in legno o con pressa soffice
Vinificatori in (materiale): acciaio
Macerazione (durata e temperatura, specificare se controllata): la durata della macerazione dipende dall’annata, in generale dura circa 10 giorni, fino a quando vengono consumati tutti gli zuccheri, la temperatura generalmente non viene controllata sempre, ma solo quando è necessario (24-28°C)
Anidride solforosa e/o acido ascorbico (quantità e momento di aggiunta): pochi grammi di anidride solforosa per quintale aggiunta in quantità stechiometriche durante la pigiodiraspatura e dopo aver separato le fecce durante il travaso
Utilizzo di lieviti selezionati (se sì, tipologia e provenienza; indicare se i lieviti hanno una certificazione No Ogm): lieviti indigeni
Metodologia di stabilizzazione: nessuna
Filtraggi (se sì, tipologia): filtrazione statica e dinamica per permanenza e decantazione naturale in vari passaggi di cisterna nel corso degli anni
Eventuale affinamento in acciaio (durata): circa 24 mesi
Eventuale affinamento in botte o barrique (tipologia, capacità e n° passaggi): circa 8 mesi in legno
Eventuale affinamento in bottiglia (durata): circa 12 mesi
Eventuali correzioni: nessuna
Uso di mosto concentrato/mosto concentrato rettificato: no
Utilizzo di concentratore: no
Pratiche di “salasso”: no
Resa uva/vino (%): 55-60% circa
Numero di bottiglie prodotte: 6.600 numerate e 12 bottiglie Magnum da 1,5 litri numerate
Tipologia bottiglia (borgognona, bordolese, alsaziana, albeisa etc): bordolese tronco conica, modello “elite”
Tappo in (materiale): sughero naturale, monopezzo non sbiancato e con il logo dell’azienda impresso a fuoco e non stampato con inchiostro per evitare contatto con agenti potenzialmente inquinanti
Destinazione delle vinacce: negli scorsi anni venivano sparse nei campi, negli ultimi 2 anni le lasciamo all’aperto, aspettiamo che si asciughino e l’anno successivo le utilizziamo come combustibile nella caldaia a nocciolino di sansa che usiamo per l’impianto di riscaldamento della masseria
Produzione di grappe o distillati (si o no): no
Le caratteristiche chimiche
Titolo alcolometrico: 15,45
Acidità (g/l): 6,1
Ph: 3,69
Anidride solforosa libera (mg/l all’imbottigliamento): 27
Anidride solforosa totale (mg/l all’imbottigliamento): 94
Descrizione organolettica e libera
Colore: Rosso rubino intenso
Profumo: Netto, bouquet fitto con ricchi sentori di fiori e frutta rossa matura, delicatamente speziato e complesso, mantiene i profumi intensi ed eleganti, tipici del terroir collinare
Sapore: Pieno, vellutato ed armonico, conferma pienamente le sensazioni al naso
Grado alcolico: 15% vol.
Temperatura di servizio: 16-18°C
Abbinamenti gastronomici: E’ un vino estremamente gradevole, da bere in compagnia, che accompagna piatti importanti, carni alla griglia, selvaggina, formaggi mediamente stagionati e frutta secca
PREZZO SORGENTE
Relativo alla bottiglia, indicare il prezzo sorgente compreso d’IVA: € 18,00
Eventuali altre considerazioni: il nome “Marzagaglia”, sta ad indicare due cose.
La prima è la contrada in cui sorge l’azienda, zona da sempre particolarmente vocata per la produzione di ottimi vino Primitivo di Gioia del Colle.
La seconda fa riferimento ad un episodio storico locale, accaduto nel 1920 e passato alla storia come “Strage di Marzagaglia”, in cui vennero uccisi 6 braccianti per ritorsione di 3 possidenti terrieri.
Lenos Primitivo IGT Puglia
Annata: 2023
La viticoltura
Suolo: terreno argilloso calcareo con uno scheletro calcareo importante, ricco di sostanze minerali, tanto da meritare il nome “Terre rosse”
Esposizione dei filari: i filari sono disposti in direzione sud-nord ed esposti ad est ed ovest.
Altitudine: circa 400 metri s.l.m.
Vitigno: Primitivo di Gioia del Colle
Forma di allevamento: controspalliera pugliese
Età media delle viti: circa 8 anni
Densità d’impianto (ceppi/ha): circa 4500 ceppi per ettaro
Produzione per ceppo (kg/pianta): circa 1,1 kg
Produzione per ettaro (q/ha): 45-50 quintali per ettaro
Trattamenti (tipologia e frequenza): rame e zolfo
Fertilizzanti (tipologia e frequenza): in seguito agli esami del terreno, se necessario, usiamo come fertilizzante solo letame vaccino da allevamenti vaccini in cui le mucche vengono lasciate libere al pascolo, alternato a semina di favino, trifoglio, cece e avena con sovescio o fresatura
Data inizio vendemmia: tradizionalmente dopo il 15 Settembre
Modalità di vendemmia (indicare se manuale o meccanica, e se manuale indicare se in cassetta, in cassone, in rimorchio): raccolta manuale in cassette da 20 e 50 kg, forate ai lati e senza pigiatura per evitare ogni tipo di ammostamento. Le uve vengono trasportate in cantina entro 15 minuti dalla raccolta
Utilizzo di uve acquistate da terzi (se sì, in che percentuale): no, vinifichiamo solo le nostre uve
Certificazioni (biologica, biodinamica, altro): biologico certificato
L’enologia
Modalità di diraspatura e pigiatura: pigiodiraspatura
Modalità di pressatura: tradizionale, manuale con torchio da 5 quintali con gabbia in legno o con pressa soffice
Vinificatori in (materiale): acciaio
Macerazione (durata e temperatura, specificare se controllata): la durata della macerazione dipende dall’annata, in generale dura circa 10 giorni, fino a quando vengono consumati tutti gli zuccheri, la temperatura generalmente non viene controllata sempre, ma solo quando è necessario (24-28°C)
Anidride solforosa e/o acido ascorbico (quantità e momento di aggiunta): pochi grammi di anidride solforosa per quintale aggiunta in quantità stechiometriche durante la pigiodiraspatura e dopo aver separato le fecce durante il travaso
Utilizzo di lieviti selezionati (se sì, tipologia e provenienza; indicare se i lieviti hanno una certificazione No Ogm): lieviti indigeni
Metodologia di stabilizzazione: nessuna
Filtraggi (se sì, tipologia): filtrazione statica e dinamica per permanenza e decantazione naturale in vari passaggi di cisterna nel corso degli anni
Eventuale affinamento in acciaio (durata): circa 12 mesi
Eventuale affinamento in botte o barrique (tipologia, capacità e n° passaggi): circa 4 mesi
Eventuale affinamento in bottiglia (durata): circa 3 mesi
Eventuali correzioni: nessuna
Uso di mosto concentrato/mosto concentrato rettificato: no
Utilizzo di concentratore: no
Pratiche di “salasso”: no
Resa uva/vino (%): 55-60% circa
Numero di bottiglie prodotte: circa 7.000
Tipologia bottiglia (borgognona, bordolese, alsaziana, albeisa etc): borgognotta, modello “leggera”
Tappo in (materiale): sughero granulare agglomerato
Destinazione delle vinacce: negli scorsi anni venivano sparse nei campi, negli ultimi 2 anni le lasciamo all’aperto, aspettiamo che si asciughino e l’anno successivo alla vendemmia le utilizziamo come combustibile nella caldaia a nocciolino di sansa che usiamo per l’impianto di riscaldamento della masseria
Produzione di grappe o distillati (si o no): no
Le caratteristiche chimiche
Titolo alcolometrico: 14,36
Acidità (g/l): 5,7
Ph: 3,54
Anidride solforosa libera (mg/l all’imbottigliamento): 36
Anidride solforosa totale (mg/l all’imbottigliamento): 89
Descrizione organolettica e libera
Colore: Rosso rubino intenso
Profumo: Netto, intenso, delicato, con sentori di frutta rossa matura, giustamente speziato
Sapore: Pieno, vellutato, armonico
Grado alcolico: 14% vol.
Temperatura di servizio: 14°C
Abbinamenti gastronomici: E’ un vino estremamente piacevole, accompagna con disinvoltura primi piatti, arrosti di carne rossa e formaggi
PREZZO SORGENTE
Relativo alla bottiglia, indicare il prezzo sorgente compreso d’IVA: € 12,00
Eventuali altre considerazioni: il nome “Lenos”, deriva da una parola dell’antico greco che indica il torchio, ed è stata mutuata nel dialetto del mio paese e viene utilizzata per individuare la stessa cosa. Il riferimento alla storia del mio territorio, alle tradizioni, alla lingua, è per me estremamente importante e veicolo di conoscenza.
Gioia del Colle DOC Primitivo 1821 Riserva
Annata: 2019
La viticoltura
Suolo: terreno argilloso calcareo con uno scheletro calcareo importante, ricco di sostanze minerali, tanto da meritare il nome “Terre rosse”
Esposizione dei filari: i filari sono disposti in direzione sud-nord ed esposti ad est ed ovest.
Altitudine: circa 400 metri s.l.m.
Vitigno: Primitivo di Gioia del Colle
Forma di allevamento: alberello pugliese
Età media delle viti: circa 60-80 anni
Densità d’impianto (ceppi/ha): circa 5.500 ceppi per ettaro
Produzione per ceppo (kg/pianta): meno di 1,0 kg
Produzione per ettaro (q/ha): 30 quintali per ettaro
Trattamenti (tipologia e frequenza): rame e zolfo
Fertilizzanti (tipologia e frequenza): in seguito agli esami del terreno, se necessario, usiamo come fertilizzante solo letame vaccino da allevamenti vaccini in cui le mucche vengono lasciate libere al pascolo, alternato a semina di favino, trifoglio, cece e avena con sovescio o fresatura
Data inizio vendemmia: tradizionalmente dopo il 15 Settembre
Modalità di vendemmia (indicare se manuale o meccanica, e se manuale indicare se in cassetta, in cassone, in rimorchio): raccolta manuale in cassette da 20 e 50 kg, forate ai lati e senza pigiatura per evitare ogni tipo di ammostamento. Le uve vengono trasportate in cantina entro 15 minuti dalla raccolta
Utilizzo di uve acquistate da terzi (se sì, in che percentuale): no, vinifichiamo solo le nostre uve
Certificazioni (biologica, biodinamica, altro): biologico certificato
L’enologia
Modalità di diraspatura e pigiatura: pigiodiraspatura
Modalità di pressatura: tradizionale, manuale con torchio da 5 quintali con gabbia in legno
Vinificatori in (materiale): acciaio
Macerazione (durata e temperatura, specificare se controllata): la durata della macerazione dipende dall’annata, in generale dura circa 15 giorni, fino a quando vengono consumati tutti gli zuccheri, la temperatura generalmente non viene controllata sempre, ma solo quando è necessario (24-28°C)
Anidride solforosa e/o acido ascorbico (quantità e momento di aggiunta): pochi grammi di anidride solforosa per quintale aggiunta in quantità stechiometriche durante la pigiodiraspatura e dopo aver separato le fecce durante il travaso
Utilizzo di lieviti selezionati (se sì, tipologia e provenienza; indicare se i lieviti hanno una certificazione No Ogm): lieviti indigeni
Metodologia di stabilizzazione: nessuna
Filtraggi (se sì, tipologia): filtrazione statica e dinamica per permanenza e decantazione naturale in vari passaggi di cisterna nel corso degli anni
Eventuale affinamento in acciaio (durata): almeno 36 mesi
Eventuale affinamento in botte o barrique (tipologia, capacità e n° passaggi): circa 12 mesi in legno
Eventuale affinamento in bottiglia (durata): da 4 a12 mesi
Eventuali correzioni: nessuna
Uso di mosto concentrato/mosto concentrato rettificato: no
Utilizzo di concentratore: no
Pratiche di “salasso”: no
Resa uva/vino (%): 55-60% circa
Numero di bottiglie prodotte: 3.000 numerate e 15 bottiglie Magnum da 1,5 litri numerate
Tipologia bottiglia (borgognona, bordolese, alsaziana, albeisa etc): borgognotta modello “leggera”
Tappo in (materiale): sughero naturale, monopezzo non sbiancato e con il logo dell’azienda impresso a fuoco e non stampato con inchiostro per evitare contatto con agenti potenzialmente inquinanti
Destinazione delle vinacce: negli scorsi anni venivano sparse nei campi, negli ultimi 2 anni le lasciamo all’aperto, aspettiamo che si asciughino e l’anno successivo le utilizziamo come combustibile nella caldaia a nocciolino di sansa che usiamo per l’impianto di riscaldamento della masseria
Produzione di grappe o distillati (si o no): no
Le caratteristiche chimiche
Titolo alcolometrico: 17,34
Acidità (g/l): 6,1
Ph: 3,69
Anidride solforosa libera (mg/l all’imbottigliamento): 27
Anidride solforosa totale (mg/l all’imbottigliamento): 94
Descrizione organolettica e libera
Colore: Rosso rubino intenso
Profumo: Netto, bouquet fitto con ricchi sentori di fiori e frutta rossa matura, delicatamente speziato e complesso, mantiene i profumi intensi ed eleganti, tipici del terroir collinare
Sapore: Pieno, vellutato ed armonico, conferma pienamente le sensazioni al naso
Grado alcolico: 17% vol.
Temperatura di servizio: 18-20°C
Abbinamenti gastronomici: E’ un vino importante, ma gradevole, da bere in compagnia, che accompagna piatti importanti, carni alla griglia, selvaggina, formaggi mediamente stagionati e frutta secca
PREZZO SORGENTE
Relativo alla bottiglia, indicare il prezzo sorgente compreso d’IVA: € 25,00
Eventuali altre considerazioni: Per la Riserva, abbiamo usato solo uve provenienti da una vecchissima vigna ad alberello tra i 60 e gli 80 anni. Il nome “1821”, deriva dall’anno in cui fu ricostruita la gran parte della nostra masseria di famiglia e dal periodo in cui a Gioia del Colle iniziò a prendere piede la coltivazione del Primitivo in maniera più importante e diffusa.
Striale Verdeca IGT Puglia
Annata: 2023
La viticoltura
Suolo: terreno argilloso calcareo con uno scheletro calcareo importante, ricco di sostanze minerali, tanto da meritare il nome “Terre rosse”
Esposizione dei filari: i filari sono disposti in direzione sud-nord ed esposti ad est ed ovest.
Altitudine: circa 400 metri s.l.m.
Vitigno: Verdeca
Forma di allevamento: controspalliera pugliese
Età media delle viti: circa 79 anni
Densità d’impianto (ceppi/ha): circa 5000 ceppi per ettaro
Produzione per ceppo (kg/pianta): circa 1,2 kg
Produzione per ettaro (q/ha): 60 quintali per ettaro
Trattamenti (tipologia e frequenza): rame e zolfo
Fertilizzanti (tipologia e frequenza): in seguito agli esami del terreno, se necessario, usiamo come fertilizzante solo letame vaccino da allevamenti vaccini in cui le mucche vengono lasciate libere al pascolo, alternato a semina di favino, trifoglio, cece e avena con sovescio o fresatura
Data inizio vendemmia: tradizionalmente a metà/fine Agosto
Modalità di vendemmia (indicare se manuale o meccanica, e se manuale indicare se in cassetta, in cassone, in rimorchio): raccolta manuale in cassette da 20 e 50 kg, forate ai lati e senza pigiatura per evitare ogni tipo di ammostamento. Le uve vengono trasportate in cantina entro 15 minuti dalla raccolta
Utilizzo di uve acquistate da terzi (se sì, in che percentuale): no, vinifichiamo solo le nostre uve
Certificazioni (biologica, biodinamica, altro): biologico certificato
L’enologia
Modalità di diraspatura e pigiatura: pigiodiraspatura
Modalità di pressatura: Pressa soffice da 8,5 q.li
Vinificatori in (materiale): acciaio
Macerazione (durata e temperatura, specificare se controllata): la durata della fermentazione dipende dall’annata, in generale dura pochi giorni, fino a quando vengono consumati tutti gli zuccheri, la temperatura generalmente non viene controllata sempre, ma solo quando è necessario (24-28°C)
Anidride solforosa e/o acido ascorbico (quantità e momento di aggiunta): pochi grammi di anidride solforosa per quintale aggiunta in quantità stechiometriche durante la pigiodiraspatura
Utilizzo di lieviti selezionati (se sì, tipologia e provenienza; indicare se i lieviti hanno una certificazione No Ogm): lieviti indigeni
Metodologia di stabilizzazione: nessuna
Filtraggi (se sì, tipologia): filtri in cartone
Eventuale affinamento in acciaio (durata): circa 4-5 mesi
Eventuale affinamento in botte o barrique (tipologia, capacità e n° passaggi): no
Eventuale affinamento in bottiglia (durata): circa 2-3 mesi
Eventuali correzioni: nessuna
Uso di mosto concentrato/mosto concentrato rettificato: no
Utilizzo di concentratore: no
Pratiche di “salasso”: no
Resa uva/vino (%): 55-60% circa
Numero di bottiglie prodotte: circa 1.000
Tipologia bottiglia (borgognona, bordolese, alsaziana, albeisa etc): bordolese tronco conica, modello “storica”, color verde quercia
Tappo in (materiale): sughero granulare agglomerato
Destinazione delle vinacce: negli scorsi anni venivano sparse nei campi, negli ultimi anni le lasciamo all’aperto, aspettiamo che si asciughino e l’anno successivo alla vendemmia le utilizziamo come combustibile nella caldaia a nocciolino di sansa che usiamo per l’impianto di riscaldamento della masseria
Produzione di grappe o distillati (si o no): no
Le caratteristiche chimiche
Titolo alcolometrico: 12,2
Acidità (g/l): 5,7
Ph: 3,29
Anidride solforosa libera (mg/l all’imbottigliamento): 33
Anidride solforosa totale (mg/l all’imbottigliamento): 97
Descrizione organolettica e libera
Colore: Bianco con riflessi verdolini
Profumo: Netto, intenso, delicato, con delicati sentori di fiori bianchi e frutta a buccia bianca
Sapore: Pieno, vellutato, armonico
Grado alcolico: 12% vol.
Temperatura di servizio: 12-14°C
Abbinamenti gastronomici: E’ un vino estremamente piacevole, accompagna aperitivi, piatti a base di pesce fresco e formaggi poco stagionati
PREZZO SORGENTE
Relativo alla bottiglia, indicare il prezzo sorgente compreso d’IVA: € 10,00
Eventuali altre considerazioni: il nome “Striale” è un termine dialettale gioiese che indica quelli che, una volta, erano i “covoni” di grano, ovvero delle strutture di forma conica, costruite dopo la mietitura, nei campi di grano, con lo scopo di raccogliere e proteggere dalle intemperie.
Intorno alla masseria ci sono terreni seminativi che, a Maggio, quando ero piccolo, prima che prendessero piede le mietitrebbie, durante le messi, si riempivano di covoni preparati dai miei nonni e dai loro operai.
A tavola, con gli amici, tanto nelle piccole osterie, quanto a casa, c’era l’usanza di bere un bicchiere di vino bianco prima di iniziare a mangiare e di passare al Primitivo, che accompagnava tutti i piatti della nostra cucina. Ho pensato di dedicare a loro ed ai miei ricordi, il nome del vino bianco/dorato/verdolino, che comunemente chiamo “il vino bianco dei miei nonni”.
Ghirigori, Rosato IGT Puglia
Annata: 2023
La viticoltura
Suolo: terreno argilloso calcareo con uno scheletro calcareo importante, ricco di sostanze minerali, tanto da meritare il nome “Terre rosse”
Esposizione dei filari: i filari sono disposti in direzione sud-nord ed esposti ad est ed ovest.
Altitudine: circa 400 metri s.l.m.
Vitigno: Primitivo
Forma di allevamento: controspalliera pugliese
Età media delle viti: circa 79 anni
Densità d’impianto (ceppi/ha): circa 5000 ceppi per ettaro
Produzione per ceppo (kg/pianta): circa 1,2 kg
Produzione per ettaro (q/ha): 60 quintali per ettaro
Trattamenti (tipologia e frequenza): rame e zolfo
Fertilizzanti (tipologia e frequenza): in seguito agli esami del terreno, se necessario, usiamo come fertilizzante solo letame vaccino da allevamenti vaccini in cui le mucche vengono lasciate libere al pascolo, alternato a semina di favino, trifoglio, cece e avena con sovescio o fresatura
Data inizio vendemmia: tradizionalmente a metà/fine Agosto
Modalità di vendemmia (indicare se manuale o meccanica, e se manuale indicare se in cassetta, in cassone, in rimorchio): raccolta manuale in cassette da 20 e 50 kg, forate ai lati e senza pigiatura per evitare ogni tipo di ammostamento. Le uve vengono trasportate in cantina entro 15 minuti dalla raccolta
Utilizzo di uve acquistate da terzi (se sì, in che percentuale): no, vinifichiamo solo le nostre uve
Certificazioni (biologica, biodinamica, altro): biologico certificato
L’enologia
Modalità di diraspatura e pigiatura: pigiodiraspatura
Modalità di pressatura: Pressa soffice da 8,5 q.li
Vinificatori in (materiale): acciaio
Macerazione (durata e temperatura, specificare se controllata): la durata del contatto con le bucce e la fermentazione dipendono dall’annata, in generale dura poche ore la prima e, fino a quando vengono consumati tutti gli zuccheri la seconda. La fermentazione avviene sempre a temperatura controllata
Anidride solforosa e/o acido ascorbico (quantità e momento di aggiunta): pochi grammi di anidride solforosa per quintale aggiunta in quantità stechiometriche durante la pigiodiraspatura
Utilizzo di lieviti selezionati (se sì, tipologia e provenienza; indicare se i lieviti hanno una certificazione No Ogm): lieviti selezionati
Metodologia di stabilizzazione: nessuna
Filtraggi (se sì, tipologia): filtri in cartone
Eventuale affinamento in acciaio (durata): circa 4-5 mesi
Eventuale affinamento in botte o barrique (tipologia, capacità e n° passaggi): no Eventuale affinamento in bottiglia (durata): circa 2-3 mesi
Eventuali correzioni: nessuna
Uso di mosto concentrato/mosto concentrato rettificato: no
Utilizzo di concentratore: no
Pratiche di “salasso”: no
Resa uva/vino (%): 55-60% circa
Numero di bottiglie prodotte: circa 800
Tipologia bottiglia (borgognona, bordolese, alsaziana, albeisa etc): bordolese tronco conica, modello “storica”, color verde quercia
Tappo in (materiale): sughero granulare agglomerato
Destinazione delle vinacce: negli scorsi anni venivano sparse nei campi, negli ultimi anni le lasciamo all’aperto, aspettiamo che si asciughino e l’anno successivo alla vendemmia le utilizziamo come combustibile nella caldaia a nocciolino di sansa che usiamo per l’impianto di riscaldamento della masseria
Produzione di grappe o distillati (si o no): no
Le caratteristiche chimiche
Titolo alcolometrico: 12,45
Acidità (g/l): 5,7
Ph: 3,29
Anidride solforosa libera (mg/l all’imbottigliamento): 46
Anidride solforosa totale (mg/l all’imbottigliamento): 89
Descrizione organolettica e libera
Colore: Rosato brillante con colorazione che va dal cipria al cipolla a seconda delle annate
Profumo: Netto, intenso, delicato, con delicati sentori di frutta fresca, ciliegia, fragola. Sapore: Pieno, vellutato, armonico
Grado alcolico: 12,5% vol.
Temperatura di servizio: 12-14°C
Abbinamenti gastronomici: E’ un vino estremamente piacevole, accompagna aperitivi, piatti a base di pesce fresco e formaggi poco stagionati
PREZZO SORGENTE
Relativo alla bottiglia, indicare il prezzo sorgente compreso d’IVA: € 10,00
Eventuali altre considerazioni: il nome “Ghirigori” nasce da un disegno fatto da mia nipote alla quale decisi di dedicare il mio primo ed unico vino rosato.
A pranzo, ma molto spesso come aperitivo, qui in Puglia c’è l’usanza di bere un bicchiere di vino rosato accompagnato da stuzzichini, prima di iniziare a mangiare e di passare al Primitivo, che accompagnava tutti i piatti della nostra cucina.